L’acqua una madre accogliente che cura
L’acqua una madre accogliente che cura.
Acqua è la vita che è in noi.
Quanta vita conteniamo in noi? Quanto siamo consapevoli di questo? Perché stare immersi in acqua porta benessere nella nostra vita e contribuisce a migliorare la nostra salute e spesso contribuisce a farci guarire e ci aiuta ad accettare i nostri limiti fisici?
Imparare ad accettare i limiti del proprio corpo talvolta è la chiave per ri-acquisire salute e pacificarsi dentro. In che modo le attività in acqua possono aiutarci in questo?
Le funzioni dell’acqua, ormai note ed evidenziate dalla scienza, sono davvero importantissime ed essenziali per il corretto funzionamento dell’organismo:
- fa circolare il sangue e quindi l’ossigeno, trasportando le sostanze nutritive proteggendo i tessuti.
- Ha un’azione solvente e lubrificante che le permette di eliminare le scorie dannose per l’organismo evitando che vengano assimilate;
- esercita un’azione lubrificante che è essenziale nel processo di digestione delle sostanze ingerite;
- ha un’azione di termoregolazione, ed e’ proprio grazie ad essa che avviene la sudorazione, a volte anche in maniera impercettibile, grazie alla quale vengono eliminate le scorie dannose, ripristinando la giusta temperatura corporea;
- ha una funzione di ammortizzatore per alcuni organi e parti fondamentali del corpo umano quali l’occhio, il cervello, il midollo osseo o l’orecchio che sono ricchi di acqua o contornati da essa, in modo da garantirne protezione ed efficienza.
Ma c’è anche una funzione, nota solo ai veri amanti dell’acqua, estimatori consapevoli dei benefici che regala.
Una funzione davvero importante, che ho avuto modo di osservare in me stessa e nei miei allievi.
Si manifesta quando siamo immersi. È quella di comunicare al nostro sistema nervoso il messaggio che è integro, che c’è unione tra le sue singole parti, organi, tessuti, cellule. Un messaggio di conforto e dolcezza, unione, proveniente da madre acqua che accoglie, abbraccia, contiene.
Una vocina che dice: “Va tutto bene”!
E’ una comunicazione sottile, una risonanza silenziosa, che passa dalle cellule dell’acqua fuori, a quelle dell’acqua contenuta nelle cellule del nostro corpo.
http://www.gruppomacro.com/blog/nuove-scienze/nuoto-ecco-perche-amiamo-l-acqua
Talvolta ho osservato che mali cronici, anche importanti, convincono le persone che ne soffrono, a credere che il loro corpo risponda inadeguatamente, che in qualche modo sia limitato, quasi inabile.
Queste persone sono infastidite da questi limiti; talvolta si sentono in colpa, talvolta è la paura che fa da padrona in loro.
Le stesse terapie, senza volerlo di proposito, spesso passano il messaggio al paziente che il suo corpo non si stia comportando adeguatamente. Ai pazienti in modo implicito viene detto che hanno bisogno di essere diversi. Hanno bisogno di cambiare.
Perciò la terapia in sé attiva una vera e propria dinamica di giudizio verso l’individuo e questo di conseguenza verso il proprio corpo. Così la persona a sua volta inconsapevolmente attiva una dinamica difensiva. Non si sente più in stato di sicurezza. E il corpo reagisce a questo giudizio irrigidendosi ancora di più.
Un corpo dolente è per forza di cose un corpo rigido. Tutti i muscoli del corpo risentono della tensione che controlla il dolore. Loro stessi sono dolenti e contratti.
Un corpo dolente è un corpo parlante, che ci vuole comunicare qualcosa.
L’acqua, invece, silenziosamente comunica con questi corpi qualcosa di diverso; dice loro che sono stati traumatizzati, ma che possono celebrare le risposte del loro corpo, invece che farli sentire colpevoli per il fatto di aver fallito, se i profondi stati fisiologici di cui stanno facendo esperienza, limitano la loro abilità di funzionare nel migliore dei modi, poiché queste risposte, hanno consentito loro di sopravvivere.
Le risposte che un corpo da ad un trauma, di qualsiasi natura esso sia, sono risposte adattative. Non esiste infatti una risposta sbagliata.
Ma di sicuro esiste una risposta, quella che ci permette di continuare a vivere, anche se con dei deficit.
Il fatto più importante da considerare è che il nostro sistema nervoso sta cercando di fare la cosa più giusta affinché riusciamo a sopravvivere, e dobbiamo rispettare ciò che ha fatto per noi.
Quando riusciamo a lasciare andare il giudizio verso il nostro corpo e a rispettare le sue risposte adattative e riusciamo ad accogliere noi stessi in un abbraccio, iniziamo a perdonarci e a perdonare i suoi limiti, smettiamo di avere questa attitudine giudicante, diveniamo più rispettosi di noi stessi:
quest’attitudine contribuisce funzionalmente al processo di guarigione, che presuppone sempre un processo di perdono. Una vera cura gentile per se stessi.
https://www.macrolibrarsi.it/libri/__la-cura-del-perdono-mondadori-libro.php
Dentro ogni per-dono un dono: impariamo ad amare noi stessi insieme ai nostri limiti fisici.
Ed è allora, proprio in quel lasciare andare il giudizio sul nostro corpo, sulla malattia, che il messaggio d’amore che le cellule d’acqua contengono per loro stessa natura, passa alle cellule d’acqua contenute nel nostro corpo.
https://www.arcudechelu.it/il-perdono-abilita-umana-o-virtu/
Ed è proprio in questa risonanza che si nasconde la cura! Una vera e propria danza d’amore fluido tra cellule d’acqua! Questa è la vera terapia che l’acqua ci dona.
Sandra Cau